IL POTERE DI UNO STAGE DI AIKIDO
GRAZIE ALL'AIKIDO
UN'OCCASIONE SPECIALE
PER CONDIVIDERE E RIVIVERE
MOMENTI INDIMENTICABILI
Buongiorno
cari lettori del mio blog e grazie per le oltre 75mila
visualizzazioni e alle migliaia di clic che riservate sempre ai post
nei quali vi racconto gli eventi che mi vedono partecipe: numeri che
mi fanno sempre meraviglia ed emozione.
Oggi
però non vi voglio riferire di un evento in particolare, anche se
posterò qualcuna delle foto scattate domenica scorsa 18 dicembre 2016 presso
Sportcity di Galliate da Dorian Photography, che mi ha gentilmente
concesso l'ok per la loro pubblicazione.
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L'evento
a cui mi riferisco è uno stage organizzato da Maurizio Lo Vecchio istruttore e responsabile dell'AIKIDO NIPPON CLUB NOVARA con la prestigiosa presenza di due colonne dell'Aikido: i
maestri Togo Kawamukai e Mimmo Masetti.
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con me, da sinistra: Mauri, Togo, Mimmo |
Come
vedete mi sono permessa di sostituire ai loro nomi di battesimo
quelli più confidenziali con cui vengono chiamati familiarmente
dagli amici, perché questo sono per me: Amici di vecchia data
con cui abbiamo condiviso moltissimi momenti e non solo sportivi.
E
così, poiché mi piace narrare storie partendo dall'inizio, vi
racconterò com'è incominciato tutto, magari non tralasciando
neppure quei piccoli e divertenti aneddoti che mi piace riportare alla
memoria quando ci ritroviamo con il “popolo” dell' Aikido.
E
dopo questo lungo preambolo è venuto il momento di parlare di questa
meravigliosa esperienza che ho vissuto per molti anni grazie alla mia
famiglia, a mio padre in particolare.
Non
vi parlerò della disciplina, perché per parlarne con la passione
necessaria occorre non solo viverla, ma soprattutto entrare nello
spirito che la contraddistingue: non è uno sport, ma un'arte e come
tale, se siete interessati ad approfondirne le nozioni, vi lascio
alle “pennellate” di chi la professa con abnegazione. (cliccate su questo link)
Vi
voglio invece raccontare come in famiglia l'abbiamo conosciuta,
apprezzata, condivisa e vissuta fino alla fine e oltre.
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i maestri Kawamukai e Tufo |
Avevo
quattordici anni e frequentavo una palestra di Judo a Novara con
maestri di grande spessore, tra cui spiccava il nome di una
campionessa olimpica.
Quando
la sera la lezione finiva, c'era mio padre Umberto ad aspettarmi
all'uscita. Quella sera pioveva e papà era entrato in palestra con
l'ombrello per evitarmi una lavata. Nell'ora successiva al Judo, sul
tatami veniva svolta, tre giorni a settimana, una lezione di
Aikido, a cura di un giovanissimo maestro giapponese che abitava a
Milano e si recava a Novara in treno, non senza sacrifici,
nell'intento di far conoscere l'Aikido come difesa personale sì, ma
soprattutto come raffinata e affascinante arte delle più belle
tradizioni orientali in un periodo in cui dilagava la moda di
combattimenti esotici in virtù dei film di Bruce Lee.
Il
giovanissimo Maestro era Motokage Kawamukai che
insegnava ad uno sparuto gruppetto di allievi, non più giovanissimi,
che probabilmente si erano avvicinati a questa disciplina
nell'intento di esercitare uno sport poco violento e “leggero”.
In
effetti, per chi lo vede per la prima volta, i praticanti volteggiano
sul tatami come fosse un balletto, con quella “gonnellona”
lunga nera (Hakama) e quelle mosse eleganti.
E
così, a papà Umberto, che all'epoca aveva 39 anni, che era ben
messo (oggi lo si sarebbe potuto definire “un palestrato”)
e che nella sua giovinezza aveva praticato il pugilato, venne un
sorriso nel vederli, ma incuriosito decise di rimanere lì con me,
che nel frattempo ero uscita dagli spogliatoi, per osservare la
lezione.
C'era tra di loro un conoscente che al termine dei lavori, lo salutò e lo
presentò agli altri. Papà scettico su come un giovane magrolino ed
esile si sarebbe potuto difendere da un “diretto” ben
assestato, sfidò il “giovane, magrolino ed esile maestrino” che
lo invitò a togliersi le scarpe e a provare a dargli un pugno in
pieno petto.
Il
risultato?
Anni e anni di amicizia,
condivisione, passione e abnegazione che hanno portato
papà a diventare a sua volta maestro di Aikido e a far conoscere
l'arte non solo a Novara ma in altre province, “sfornando”
numerosi discepoli che oggi gestiscono dojo (palestre) da istruttori.
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Maurizio Lo Vecchio |
Quando,
nel corso delle interviste che rilasciava, gli veniva chiesto come si
era avvicinato all'Aikido papà rispondeva “accompagnavo mia
figlia al judo e una sera assistetti alla lezione di un giapponesino
diciottenne appena arrivato in Italia. Mi innamorai della sua arte...
ed eccomi qui!”
Quell'
“eccomi qui” aveva però coinvolto tutta quanta la
famiglia e scombinato tutte le abitudini perché anche mamma Piera
non solo venne affascinata da questa nuova esperienza di papà, ma lo
sosteneva anche aprendo la nostra casa ai graditi ospiti che dopo la
lezione venivano a cena da noi. Anche in questo caso non posso
trascurare qualche delizioso aneddoto che accompagna i miei ricordi:
mamma Piera era costantemente pronta a ricevere qualcuno a cena dopo
le ore di lezione, ma nonostante gli abbondanti preparativi
pomeridiani, temeva sempre di non avere cibo a sufficienza per
tutti... anche perché papà a volte non si limitava a rientrare con
Togo e un paio di allievi, ma senza preavviso arrivava con “qualcuno
in più”. Quella sera era appena giunto in Italia un giovane
maestrino giapponese che avrebbe poi insegnato a Milano: aveva fatto
un lungo e stancante viaggio ed era a digiuno da molte ore...
Giuro!
ha divorato 17 fette di petto di pollo impanato e nonostante ciò ne
avanzavano ancora altrettante per tutti noi!!!
Mamma
Piera divenne il braccio destro di papà quando Togo dovette
abbandonare la conduzione del dojo novarese per i suoi impegni di
industriale e lasciò l'incarico a papà che nel frattempo aveva
dimostrato ottime doti non solo di Aikidoka ma anche di Sensei
(maestro).
In
quel periodo l'Aikido Novara aveva trovato ospitalità al Pala Dal
Lago di Viale Kennedy dove mamma Piera, che si era rivelata non solo
efficiente segretaria dell'attività, ma anche ottima organizzatrice
di eventi, collaborò con papà al successo di una kermesse che
richiamò sugli spalti del palazzetto oltre seimila spettatori ad
assistere alle esibizioni dei maestri giapponesi capitanati da Sensei
Hiroshi Tada, a quel tempo responsabile dell'Aikido Europeo.
il Maestro Hiroshi Tada
in alcuni momenti
della manifestazione
al Pala Dal Lago
E
qui ci sta un altro piccolo aneddoto, che non vuole essere
irriverente, ma dimostrativo di quanto i maestri orientali non
perdano nemmeno per un minuto la loro concentrazione. Tada era
residente a Roma e giunse a Novara in treno. Toccò a me andarlo a
ricevere in stazione. Mi accompagnava il mio futuro marito Carlo che
educatamente fece accomodare il maestro davanti. Nessuno parlava:
Carlo ed io eravamo anche un po' emozionati da quella illustre
presenza e Sensei Tada era tutto concentrato in se stesso.
Ad
un certo punto se ne uscì con un grido ed una sventagliata di mani
che mi colse di sorpresa alla guida e per poco non mi provocò una
sbandata!!!
Tornando
alla manifestazione, nessuno può negare che sia stata proprio quella
a dare la stura al successo dell'Aikido nel novarese, perché il
giorno dopo in palestra si registrarono moltissime nuove iscrizioni,
soprattutto di giovanissimi.
Papà
nel corso della sua carriera di insegnante non trascurava quella di
allievo, che aggiornava frequentando i numerosi seminari tenuti in
Italia dai maestri giapponesi (e anche qui non mancano ricordi e
aneddoti che vi racconterò in una futura occasione) che valsero a
lui l'ottenimento del 5° Dan riconosciuto dal Giappone e a noi tutti
la conoscenza di molte belle persone.
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da sinistra: Maestro Masetti, Maestro Tamura (responsabile per la Francia), mio figlio e mio padre |
Tra
questi il collega maestro Guglielmo Masetti, che allora risiedeva
a Milano e che in virtù anche dell'altra sua passione, condivisa con
tutti noi, per i pastori tedeschi divenne amico intimo di famiglia e
“padrino” di mio figlio Riccardo.
L'altro
amico ed erede di papà è Maurizio Lo Vecchio che mi onora
sempre con l' invito a partecipare ai suoi eventi.
Li
ho incontrati entrambi domenica scorsa quando ho rivisto con immenso
piacere Sensei Kawamukai che non vedevo dai tempi del memorial a papà
al palazzetto di Casalbeltrame.
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Kawamukai, Masetti e Lo Vecchio al "memorial Tufo" |
In
questa mattinata di nostalgici ricordi, nell'assistere alle lezioni
di due grandi artefici del successo italiano dell'Aikido, ho
ritrovato con piacere anche il “collega” fotografo e amico
Daniele Pugliese, che ha immortalato la manifestazione con molte belle immagini e con questo video e che ringrazio per la sua disponibilità e cortesia.
È una cosa fantastica rivedere il mio maestro dopo 45 anni sono commosso
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